Per ragioni di semplicità costruttiva si preferisce generalmente disporre sullo statore l'avvolgimento indotto e sul rotore l'induttore.
Quest'ultimo è realizzato con elettromagneti eccitati in corrente continua (poli) allo scopo di disporre di campi di elevata intensità e nello stesso tempo regolabili.
In relazione alle forme costruttive del rotore si hanno due tipi di alternatori sincrono: a poli salienti e a poli lisci.
Quelli a poli lisci, detti turboalternatori, sono azionati da motori primi ad alta velocità (turbine a vapore) e hanno generalmente due o quattro poli.
I rotori a poli salienti vengono impiegati su macchine a velocità di rotazione non molto elevata, per evitare le forti sollecitazioni centrifughe a cui sarebbero soggetti, e possono avere decine di poli.
Essi possono avere asse verticale o orrizzontale, sono costituiti da un mozzo (lanterna) sul quale sono montati i poli, formati essenzialmente da un nucleo di ferro o di acciaio, di sezione rettangolare o ellittica che porta le bobine costituenti l'avvolgimento induttore.
I rotori a poli lisci, sempre ad asse orrizontale, constano di un lungo cilindro di acciaio, ricavato da masselli pieni forgiati, sul quale vengono praticate delle scanalature parallele all'asse del rotore in cui sono posti gli avvolgimenti induttori.
La corrente necessaria per creare il campo magnetico è fornita all'avvolgimento induttore tramite due anelli montati sul rotore ai quali fanno capo gli estremi dell'avvolgimento; su di essi poggiano delle spazzole collegate alla sorgente di tensione continua.
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