Descriviamo ora, alcuni tipi di alternatori che è possibile trovare: l'alternatore a magnete permanente, sostanzialmente simile ai precedenti, generalmente vengono utilizzati magneti permanenti in sostituzione dei poli di eccitazione.
La costruzione risulta semplificata in quanto non necessita di avvolgimento induttore e di dinamo eccitatrice, usati per lungo tempo per impianti mobili di piccola potenza (aeronautica, alimentazione di ricetrasmittenti, di radar, di fanali, di bicicletta ecc.), sono attualmente in grado di raggiungere potenze comprese tra i 50-100 kVA.
Negli alternatori a ferro rotante gli avvolgimenti indotti e induttori sono fissi, montati sullo statore; la variazione di flusso, e conseguentemente la produzione di f.e.m. indotte, si ottiene con il movimento del rotore, costituito da un cilindro di ferro lamellato sulla cui periferia sono ricavati dei denti che assolvono alla stessa funzione dei poli degli alternatori sincroni.
Gli alternatori asincroni sono costituiti da motori asincroni fatti ruotare da motori primi a velocità leggermente superiore a quelli di sincronismo.
La produzione di energia elettrica è condizionata all'allacciamento a una rete esterna che fornisce la corrente magnetizzante per la creazione del campo magnetico induttore.
In queste condizioni le macchine assorbono energia meccanica e la trasformano in energia elettrica che mandano alla rete.
Sono usati per realizzare centraline (spesso idroelettriche) atte a sopperire alla scarsità della potenza disponibile sulla rete, la cui entità è comunque tale da non giustificare l'onere di un complesso e costoso impianto idro o termoelettrico.
|